La Pandemia ieri e La Pandemia Oggi

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È disponibile anche la versione audio, clicca qui sotto per ascoltarla.

Proviamo a mettere a confronto il Covid-19 con le altre grandi malattie della storia, come la Peste Nera e l’Influenza Spagnola e gettiamo uno sguardo verso il futuro, per prepararci alla prossima sfida dell’umanità.

Qual è stata la sfida più difficile nell’affrontare la pandemia durante il 2020?

Una domanda dolorosa, me ne rendo conto, ma è proprio il numero di risposte differenti tra di loro a questa domanda che mostra tutte le sfaccettature di questo periodo drammatico.

Per alcuni si tratta dell’isolamento, altri hanno perso il lavoro e purtroppo qualcuno di noi ha dovuto anche affrontare la perdita di un proprio caro. Qualsiasi sia stata la tua sofferenza nell’anno passato, ti voglio ringraziare per aver stretto i denti ed essere qui ad ascoltare questo podcast.

 

 

La Peste di Giustiniano

 

La Pandemia ieri e La Pandemia Oggi

 

Torniamo quindi indietro nel tempo di circa 1500 anni. Ai tempi viveva l’imperatore Giustiniano che governava in modo illuminato l’impero bizantino. Se avessimo camminato per le vie di Costantinopoli, oltre a Giustiniano avremmo avuto la possibilità di conoscere altre 800mila persone.

Purtroppo, però, avremmo conosciuto anche un altro abitante, nascosto nei vicoli oscuri: la peste di Giustiniano.

Questa epidemia si diffuse in tutto l’impero causando la morte di oltre 4 milioni di persone. Solo nella capitale perirono il 40% degli abitanti, ovvero 320mila persone. Numeri che impallidiscono rispetto alla pandemia attuale, ma il tutto deve essere messo in proporzione.

Se oggi morisse il 40% degli abitanti di New York, vedremmo spirare 3 milioni e mezzo di persone in una sola città.

Ma al di là della mortalità che è sempre un elemento terribile da analizzare, può essere interessante osservare le differenze tra il vivere una pandemia di questo tipo all’epoca rispetto a oggi.

Abbiamo parlato del cambiamento nella comunicazione in un precedente articolo e in quell’occasione abbiamo fatto un confronto tra il passato e il presente.

Cosa voleva dire vivere una pandemia nel sesto secolo dopo cristo? Scordiamoci telefoni e computer: l’elettricità sarebbe arrivata solo 1300 anni più tardi. Tutto ciò che si sapeva sulla malattia era dato dalle voci di paese e le teorie religiose. Non potevi sapere qual era la causa, come difenderti e come stavano i tuoi cari.

Un aspetto fondamentale nel periodo che abbiamo vissuto è sempre stata la luce in fondo al tunnel: anche se il periodo è stato drammatico, lo abbiamo vissuto sapendo che prima o poi le cose torneranno alla normalità.

Grazie alla fiducia nella medicina e nel progresso scientifico sappiamo cosa sono le malattie, i virus e sappiamo anche come combatterle.

All’epoca non c’era alcuna luce, ma solo un’oscurità perenne dentro un tunnel senza fine.

Senza elettricità non c’era neanche modo di fare scorta di cibo, come abbiamo fatto nei primi mesi di quarantena: coloro che uscivano di casa per recuperare da mangiare si esponevano al rischio, ma l’alternativa era morire di fame.

Fare prevenzione era pressoché impossibile, non sapendo le cause di contagio. Questo voleva dire non essere costretti a indossare le tanto odiate mascherine, ma il rovescio della medaglia era avere un periodo storico in cui il numero dei morti superò quello dei vivi.

La peste di Giustiniano mise in ginocchio un impero all’apice del suo splendore, ma non fu l’ultimo momento di crisi legato alle pandemie.

Con un nome simile ma con numeri ben diversi, la Peste Nera rappresenta una cicatrice indelebile nella storia dell’umanità.

 

 

La Peste Nera

 

La Pandemia ieri e La Pandemia Oggi

 

Usciresti di casa se sapessi che hai il 50% di probabilità di non fare ritorno? Lanceresti una moneta per decidere la tua sorte?

In sette anni morirono 50 milioni di persone. Più di metà della popolazione europea all’epoca, con luoghi come la penisola iberica che persero il 65% dei propri abitanti.

Ancora una volta è necessario fare un confronto: al momento della scrittura di questo articolo, ci sono stati 182 milioni di casi di Covid-19 al mondo e quasi quattro milioni di vittime. Numeri terribili, poiché ogni pallino in questo abaco della morte rappresenta una persona con i suoi affetti, sogni e speranze.

Ma è necessario mettere in relazione i due periodi storici per capire la nostra fortuna nella sfortuna: se oggi morisse il 60% della popolazione europea, vedremmo spirare più di 300 milioni di persone.

È facile capire che impatto ebbe una tale disgrazia sulla società stessa, inoltre c’è un’altra grande differenza tra ieri e oggi.

Quando l’attuale pandemia è entrata prepotentemente nelle nostre vite, abbiamo capito immediatamente di cosa si trattasse. Grazie alla nostra esperienza con i coronavirus e il progresso della medicina, siamo riusciti a identificare in un tempo brevissimo la minaccia e cominciare così a lavorare per trovare una soluzione.

Questo purtroppo è un lusso che i nostri antenati non ebbero: nel 1346, quando i ratti e le loro pulci diffusero il morbo nero in tutta Europa, non avevano idea di cosa stessero affrontando. Alcuni gridavano contro una maledizione, altri vedevano in tutte quelle morti l’ira di Dio per i peccati dell’uomo.

Un’epoca di dubbi e incertezze che non finì con una scoperta scientifica: le persone dovettero affrontare la pandemia e il periodo successivo lottando contro un nemico invisibile e sconosciuto. Solo nel 1894 venne identificato il bacillo responsabile, ben 500 anni dopo.

Se effettuiamo un confronto con il nostro passato, quindi, oggi è come se avessimo dei manifesti da ricercato appesi ovunque con il volto del Covid-19. Sappiamo cos’è, come si trasmette e come difenderci. Conosciamo addirittura la sua forma, grazie alle foto al microscopio che ormai sono entrate a far parte della conoscenza popolare.

Naturalmente, ti dico tutto questo non per farti sentire in colpa a provare dubbi o paura verso questa pandemia, ma per farti apprezzare gli enormi passi in avanti che abbiamo compiuto nel corso della nostra storia.

 

L’Influenza Spagnola

 

La Pandemia ieri e La Pandemia Oggi

 

Al contrario di quanto si creda, questa pandemia non ha avuto origine in Spagna ma dato che questo paese non era coinvolto attivamente nella guerra, le notizie della pandemia giravano più facilmente.

Correva infatti il 1918, il mondo si trovava ancora coinvolto nella Grande Guerra e al numero di vittime del conflitto si aggiunse quello di una delle pandemie più grandi dell’umanità.

Secondo le stime degli storici, infatti, una volta che l’influenza ebbe ricoperto il mondo, si lasciò alle spalle decine di milioni di vittime. Il tasso di mortalità raggiunse il 20% degli infetti. Tanto per fare l’ennesimo confronto, si stima che l’attuale tasso di mortalità per il Covid-19 a livello globale sia pari al 3.4%.

Ti invito ancora una volta a cercare la luce tra le nuvole: sebbene lo stesso non si possa dire per molti paesi del mondo in cui i conflitti militari sono all’ordine del giorno, la società occidentale ha conosciuto la pandemia in un periodo decisamente meno drammatico rispetto ai tempi dell’influenza spagnola.

Certo, esistono attuali problemi che attanagliano la società come la disoccupazione, ma non sono certamente paragonabili a una Guerra Mondiale.

Ecco quindi un altro fattore di cui dobbiamo tenere di conto, ma arrivati a questo punto credo sia importante fare una precisazione.

Lo scopo di questo articolo non è quello di veicolare un messaggio secondo il quale sia sbagliato lamentarsi o preoccuparsi. La morale non è quella, che talvolta ci viene proposta, secondo la quale non è giusto piangere se ci sono altri che stanno peggio di noi.

Quello che voglio fare è darti un moto di speranza: se l’umanità è riuscita a superare tragedie ben peggiori in passato, ci riuscirà anche oggi. E usciremo da questo periodo storico più forti che mai, con nuove conoscenze nel campo medico e con spalle più larghe pronte a sostenere un peso maggiore rispetto a quello a cui erano abituate.

Ogni persona è diversa dalle altre che affollano questo folle mondo: ognuno di noi ha le proprie speranze, vizi e virtù. Ma c’è una cosa che accomuna l’umanità di ieri con quella di oggi: il suo rifiuto di arrendersi.

Ti invito quindi a cercare sempre la luce del sole, poiché come diceva Il Corvo nel famosissimo film con Brandon Lee: non può piovere per sempre.

 

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