Perché la Scienza non nega Dio? Possono la scienza e la fede convivere in un piano di muto rispetto? O sono condannate a combattere all’infinito?
Benvenuti/e in questo nuovo articolo di approfondimento di Ticinocom. Dopo aver parlato in lungo e largo di scienza sul nostro blog e sul nostro canale YouTube, è arrivato il momento di affrontare una delle grandi questioni che da sempre riguarda il mondo scientifico.
“Perché la scienza non nega Dio”, infatti, oltre a essere il titolo di un noto libro di Amir Aczel, è una domanda che riassume perfettamente la confusione che molte persone di scienza provano quando pensano alla fede: come può convivere il pensiero scientifico con quello religioso? E perché esistono scienziati dotati di fede?
Proviamo ad approfondire questo tema.
Gli Scienziati e Dio
Il rapporto tra scienza e fede non è sicuramente uno dei più facili. Per molte persone, infatti, questi termini sono talmente tanto lontani tra di loro da credere che l’uno sia l’opposto dell’altro, ma questo non è necessariamente vero.
Se da una parte il pensiero scientifico va a ricercare una spiegazione razionale ad ogni singola cosa (come l’origine dell’Universo, la nascita dell’uomo, ecc.), alcuni scienziati riescono a far convivere questa forma di pensiero con la fede.
Naturalmente con dei compromessi: non credere ciecamente alla Bibbia, solitamente, né ad alcune teorie teologiche che vedono la Terra vecchia di seimila anni o l’origine dell’uomo dalla coppia composta da Adamo ed Eva, ma piuttosto nel porre Dio al vertice dei meccanismi naturali.
L’unione di Scienza e Fede si troverebbe, quindi, nel vedere un mondo governato dalle leggi naturali e fisiche ma che è stato concepito dall’azione di un essere superiore.
Naturalmente questa è una delle tante visioni che gli scienziati possono avere: non sentendosi rispecchiati necessariamente da una religione classica, infatti, molto spesso si nota una personalizzazione della propria fede.
Albert Einstein stesso, il quale viene più volte citato come esempio di uno scienziato che credeva in Dio, aveva una visione estremamente fuori dagli schemi di ogni religione. Non negava l’esistenza di una divinità, ma non la immaginava nella forma di un Dio interessato alle azioni umane. Inoltre in “Einstein: His Life and Universe”, viene riportato che non credeva nella vita dopo la morte.
Concetto sul quale si sono espressi molti scienziati, come ad esempio Stephen Hawking che immaginava il cervello umano come un avanzato computer che prima o poi si spegne (e non c’è il paradiso per i computer, semicit.) o ancora Margherita Hack, famosa per il suo genio e la sua visione ateista, che si vedeva diventare una molecola nel ciclo vitale dell’universo.
Abbiamo quindi casi di scienziati che vivono la propria spiritualità e altri che la negano, quindi torniamo a porci la domanda.
Perché la scienza non nega Dio?
Potrebbe essere lecito chiedersi perché, appunto, non ci sia un’affermazione unica e inconfutabile sull’esistenza di Dio. Ci sono molti scienziati che nel corso della loro vita hanno preso posizioni forti contro la religione, considerandola un ostacolo per il progresso scientifico.
Il pensiero scientifico e quello religioso si muovono su due binari paralleli che sembrano non incontrarsi mai, ma che in realtà sono dotati di molte intersezioni: da una parte il pensiero è che una cosa non esiste finché non viene dimostrata, mentre dall’altra abbiamo esattamente il contrario.
Questo, ovviamente semplificando il concetto, in quanto dovremmo parlare del punto di vista della fisica e della matematica statistica e sono concetti troppo vasti per essere affrontati in queta sede.
Possiamo rispondere alla domanda “Perché la scienza non nega Dio?” in due modi: da una parte non ce n’è il bisogno, in quanto il pensiero scientifico stesso prevede di provare l’esistenza di qualcosa e non la non-esistenza. Dall’altra tanti scienziati che hanno visto le meraviglie della natura, arrivano a pensare che nelle grandi leggi dell’universo ci possa essere una scintilla divina.
D’altronde la Fede sarà sempre un concetto estremamente personale e un diritto di chiunque, uomo di scienza o meno.