Ti ricordi il primo gioco a cui tu abbia mai giocato?
Curiosamente, la risposta a questa domanda varia di persona in persona. I giochi che ci hanno accompagnato durante la nostra infanzia variano in base al paese in cui viviamo, in base all’educazione dei nostri genitori, in base all’origine dei nostri nonni e molto altro ancora.
E soprattutto cambiano in base all’età del giocatore: anche se stiamo parlando di giochi da tavola e di carte, questi cambiano sensibilmente in base alla maturità di chi gioca. Se è difficile vedere un bambino giocare a Blackjack, infatti, è difficile vedere anche un adulto appassionato al Gioco dell’Oca, in quanto troppo semplice e noioso.
Qualunque sia stato il titolo che ti ha accompagnato nella tua infanzia, è innegabile che il mondo ludico è un valido alleato durante la crescita: i giochi, infatti, oltre a favorire la socializzazione permettono di perfezionare skill necessarie da adulti.
Il Monopoli con la sua gestione del capitale, il Risiko con la sua strategia e controllo della rabbia, il Poker con la necessità di mantenere una faccia impassibile durante un bluff.
E non dovrebbe sorprenderci vedere che, in un modo o nell’altro, l’attività del gioco fa parte delle vite di tutti noi, così come è sempre stato.
Qual è il gioco più vecchio del mondo?
Certo, è difficile dare una risposta a una domanda così precisa e lontana da noi. Nella serie tv Lost, infatti, il buon vecchio Locke descrive il Backgammon come uno dei giochi più antichi della storia, il quale rappresenta la lotta tra luce e oscurità.
Locke non aveva torto: la nascita del Backgammon è datata nel 2500 avanti Cristo, ben quattromila cinquecento anni fa, nel Gioco Reale di Ur, nella tomba di un re Sumero. Sebbene si sia sicuramente modificato nel corso del tempo, è curioso vedere come un’invenzione di migliaia di anni fa abbia superato la prova della storia e venga utilizzata tutt’oggi.
Il Senet, considerato a sua volta un antenato del Backgammon, è datato addirittura nel 3300 avanti Cristo, superando i cinquemila anni di età.
È interessante vedere come il mondo ludico facesse parte anche delle società più antiche: siamo infatti soliti pensare che l’uomo possa pensare al gioco solo quando vive in una condizione agiata che gli permetta di perdere effettivamente tempo.
E sicuramente i primi giochi erano destinati alle classi più agiate della popolazione, ma già migliaia di anni fa divennero parte della vita quotidiana di tutto il popolo, assumendo connotati religiosi ed esistenziali.
Nel corso di queste migliaia di anni, i giochi hanno continuato ad evolversi: ogni popolazione ha sviluppato la propria cultura ludica e oggi possiamo scegliere tra migliaia di varianti diverse.
Ed è un bene che sia così! Se è facile comprendere perché il gioco sia importante per i bambini, non dobbiamo sottovalutare l’importanza che ha nella vita degli adulti: mantenere allenato il cervello e continuare a divertirsi e meravigliarsi aiuta ad alleviare lo stress e può essere un buon deterrente per condizioni neurodegenerative.
Secondo Alzaids, infatti, giocare a dei giochi con cadenza regolare sembrerebbe poter ridurre l’insorgenza del morbo di Alzheimer del 50% e, nel caso questo sia già presente, può aiutare a ridurne i sintomi.
Ci troviamo quindi di fronte a un’attività che diverte, fa bene alla salute e permette di socializzare con gli altri: non ci sorprende quindi scoprire la lunga storia dietro il mondo dei giochi.
Vari tipi di giochi
Innanzitutto, ricordiamo che esistono diversi tipi di giochi: dai puri giocattoli che però sono una cosa a sé stante, ai giochi da tavola dotati di tabelloni, ai giochi tramite carte.
Esiste poi un’alternativa che non ha bisogno di niente se non di una manciata di dadi e tanta immaginazione, come ad esempio Dungeon & Dragons.
Pubblicato per la prima volta nel 1974, Dungeon & Dragons è un gioco di ruolo fantasy. Questo cosa vuol dire? Si tratta di un gioco in cui più giocatori vestono i panni di alcuni personaggi all’interno di un’avventura calata in un mondo fantasy (come quello del Signore degli Anelli, per intenderci).
Accompagnato durante la sua avventura dal master, ovvero un altro giocatore che ricopre il ruolo di narratore e amministratore, il giocatore deve raggiungere determinati obbiettivi in un gioco basato interamente nella propria fantasia.
E proprio questa sua caratteristica permette di non avere vincoli e poter vivere qualsiasi avventura possa essere concepita dalla mente umana.
Nel tempo sono nati diversi giochi di ruolo che permettono di calare la propria avventura con regole diverse e ambientazioni diverse, dal mondo fantascientifico con storie proiettate nel futuro, a mondo più oscuri e tenebrosi.
In termini di astrazione, i giochi di ruolo di questo tipo sono la perfetta rappresentazione del potenziale umano. Tramite solo la nostra immaginazione e un lancio di dadi, potremmo combattere contro creature gigantesche e salvare principesse, senza muoverci dal tavolo del salotto.
Siamo così passati da un semplice gioco dotato di pedine che vanno avanti e indietro a vivere una vita parallela in un mondo fantastico.
Giusto per darti un’idea, si stima che al mondo ci siano oltre venti milioni di giocatori che vivono regolarmente avventure tramite i manuali di Dungeon & Dragons.
Nel corso degli anni, però, si è vista un’ulteriore evoluzione del mondo dei giochi. Una trasformazione fatta di computer, internet e molti soldi in palio.
Il mondo videoludico
Hai mai desiderato di guadagnare giocando? Non stiamo parlando del Poker o di altri giochi d’azzardo in cui sin dalla notte dei tempi girano denaro e scommesse. Sto parlando proprio del guadagnare denaro semplicemente giocando a un gioco.
Sebbene oggi sia una realtà estremamente tangibile, se tornassimo indietro nel tempo sarebbe stato difficile immaginare di guadagnare denaro durante una partita di Gioco dell’Oca.
Tutto questo è stato permesso dalla nascita del mondo videoludico: i videogiochi, mondo che ha diviso la gente tra appassionati e contestatori, oggi hanno praticamente il monopolio nel mondo dell’intrattenimento sociale.
È facile capire il perché di questo successo: innanzitutto è possibile, senza muoversi da casa, giocare con i propri amici ovunque essi si trovino. Non importa se piove, se abitino a migliaia di chilometri di distanza o se non hai il tempo materiale di incontrarsi al parco: è sufficiente accendere il proprio computer o console di gioco per essere collegati nel giro di un minuto.
Il secondo aspetto è legato all’argomento di cui abbiamo parlato poco fa: se è vero che una campagna di Dungeon&Dragons ha un potenziale enorme perché puoi vivere qualsiasi avventura tu voglia, non tutti hanno la capacità o il desiderio di fare lo sforzo di immaginazione necessario per vivere un’avventura di questo tipo.
Ed ecco che i videogiochi ti vengono incontro: mostrandoti immagini e suoni e includendo il master all’interno dello stesso gioco, è possibile vivere fantastiche avventure anche da soli.
Con il tempo il mondo videoludico ha subito un’ulteriore evoluzione, andando a integrare le meccaniche del gioco competitivo. Non solo è possibile per streamer e youtuber monetizzare le proprie partite a un videogioco, ma ora è possibile competere nel settore degli e-sport.
Ovvero vere e proprie competizioni in cui un singolo giocatore o una squadra affronta altri giocatori per ottenere un premio che talvolta può essere da capogiro.
Per quanto possa sembrare assurdo per chiunque non abbia toccato con mano il mondo dei videogiochi, e alcuni potrebbero addirittura storcere il naso a sentir chiamare un videogioco sport, c’è un grande allenamento che non va sottovalutato.
I campioni di un dato un videogioco, infatti, spesso devono fare pratica per una decina di ore al giorno, così come coordinare il gioco di squadra e stare dietro ai continui cambiamenti introdotti nel titolo.
Immaginate uno sport come il calcio in cui le regole cambiano diverse volte l’anno, i giocatori della tua squadra possono cambiare di partita in partita e talvolta il pallone passa dall’essere una sfera a essere un cubo.
Chiaramente sto volutamente esagerando, ma è vero che il mondo degli e-sport, ovvero gli sport digitali, tende a essere molto più flessibile e a cambiare rispetto all’alternativa classica.
Un mondo che sta diventando sempre più importante, tanto da avvicinarsi ad avere una propria disciplina alle olimpiadi, sebbene ci siano ancora tante persone contrarie a un eccessivo riconoscimento di questa realtà.
Il mondo dei giochi gode ancora di molto pregiudizio: essi sono destinati ai bambini e non agli adulti, essi sono meno importanti degli sport, essi possono far male e inebetire i sensi. Stiamo parlando di una tradizione che ci ha accompagnato per migliaia di anni e che si è evoluta nel tempo. E continuerà a farlo.
Oggi può essere un lavoro, ai tempi del Senet si credeva che la vita fosse una partita con la morte. Possiamo solo chiederci che ruolo avrà in futuro, ma sicuramente continuerà a esistere e allietare la nostra routine quotidiana.