Perché il futuro fa paura?

Perché il futuro fa paura?

Perché il futuro fa paura? La clessidra che scandisce lo scorrere del tempo è un conto alla rovescia verso il disastro? O è la nostra percezione degli anni a venire che è cambiata? Parliamone insieme in questo articolo di approfondimento!

Nel corso degli oltre 120 articoli che abbiamo pubblicato sul nostro blog, abbiamo avuto modo di parlare diverse volte di tecnologia e di come questa influenzi la nostra vita quotidiana. Ci siamo anche concentrati sul passato, in un viaggio alla scoperta di come determinate invenzioni siano nate. Ora è tempo di volgere lo sguardo verso il futuro.

Quando si parla degli anni a venire, è facile notare una grande incertezza. Perché il futuro fa paura? Cerchiamo di dare una risposta a questa domanda.

Perché il futuro fa paura? Parla la scienza

 

Perché il futuro fa paura?

 

Cosa è cambiato rispetto al ventesimo secolo? Perché siamo passati da attendere il futuro con aspettativa ad avere timore dei giorni che verranno?

Ci sono diverse risposte a questa domanda, ma partiamo con il dire che un po’ di timore c’è sempre stato. Si aveva paura del Millenium Bug, ad esempio, una linea di pensiero che aveva profetizzato che nell’anno duemila ci sarebbe stato un reset della tecnologia.

Ma le cose sono sensibilmente cambiate nel corso degli ultimi anni: sin dalla profezia dei Maya che ci ha fatto guardare con terrore il 21/12/2012, da allora le persone hanno continuato a nutrire un certo sospetto verso gli anni a venire.

Quindi, perché il futuro fa paura? Per colpa delle profezie?

No, anche se queste possono essere state un elemento catalizzatore delle nostre paure in realtà la motivazione è più giustificata e radicata.

Iniziamo con il dire che uno dei principali colpevoli è sicuramente il progresso scientifico: oggi, infatti, veniamo continuamente messi al corrente dello stato del nostro mondo e dell’azione umana su di esso. Sappiamo che con le nostre azioni (inquinamento, allevamenti intensivi, gestione dei rifiuti, surriscaldamento globale…) stiamo di fatto togliendo secchiate di sabbia dalla clessidra verso un punto di non ritorno.

Se è chiaro che questo impatto sulla natura sia peggiorato nel corso degli anni, non è che l’era del carbone fosse piacevole per il mondo: ma all’epoca non c’era la consapevolezza che c’è oggi e non c’erano gli scienziati che ci davano una risposta al perché il futuro fa paura.

Stiamo vivendo il periodo storico delle incertezze: ogni nazione è armata di testate nucleari e il mondo sembra una polveriera (sebbene meno rispetto che in passato), la natura viene osteggiata e distrutta continuamente, si grida alla fine delle risorse naturali e molto altro.

Per questo la percezione (a torto o a ragione) è quella di vivere in un tempo precario, in attesa di qualcosa che distrugga il nostro precario equilibrio. Qualcosa come una pandemia.

Il Covid ha dimostrato quanto è fragile la nostra vita quotidiana e ci ha colto completamente impreparati, aggiungendo un’altra ragione per cui temere il futuro.

Ma anche senza tutte queste ragioni, un po’ di timore ci sarebbe sempre.

 

L’origine della paura

 

Perché il futuro fa paura?

 

Senza entrare troppo nel filosofico, molto spesso la paura è legata all’ignoto. È un qualcosa di vecchio come il tempo stesso: si teme ciò che non si conosce, per questo una delle paure più comuni è quella del buio o delle profondità marine.

Talvolta una fobia può essere curata studiando la cosa che ci fa paura, per risolvere il timore dell’ignoto che si può celare dietro di essa.

Perché il futuro fa paura? Perché non sappiamo cosa aspettarci, è un passo nell’oscurità nella speranza di trovare un suolo dall’altra parte. L’unica cosa certa nel nostro futuro è la morte (so che sembra deprimente, ma è il destino di ogni essere vivente, anche se…) cosa che non fa che acuire la paura stessa per il futuro.

L’unica cosa che possiamo fare è vivere una vita senza concentrarsi su queste incertezze, così che non diventino destabilizzanti e ci permettano di vivere ogni giorno appieno.

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