Chi controlla Internet?

Chi controlla Internet

Chi controlla Internet? Chi decide cosa può essere pubblicato o meno? Queste sono domande abbastanza comuni, considerato il largo utilizzo che facciamo di questo strumento. È lecito chiedersi chi sia a gestire tutti i dati che inviamo e riceviamo sul nostro computer e/o smartphone e capire quanto potere decisionale abbia.

Questo è un argomento estremamente complesso, molto più di tutti quelli che abbiamo affrontato nelle ultime settimane, per questo cercheremo di semplificarlo il più possibile.

 

Chi controlla Internet?

Partiamo con il dire che non c’è il “Presidente di Internet” e neanche un’unica compagnia o azienda che ha in mano il controllo del web. Dato che questo strumento è un bene collettivo, varrebbe la regola del “chi controlla internet, controlla il mondo”.

Ma naturalmente il web non sta in piedi da solo: come intende il suo stesso nome, si tratta di una rete globale creata da molteplici reti autonome in giro per il mondo interconnesse tra di loro. Questo permette sia di avere una funzionalità nettamente migliorata, sia di decentralizzare il controllo che potrebbe essere esercitato su Internet stesso.

Troviamo quindi numerosi stakeholder (che quindi gestiscono una parte dell’enorme complesso di Internet) che vengono tratti da tutte le realtà della società: dal settore privato a quello pubblico, dalle imprese al governo stesso.

Questo insieme di persone viene definito l’Internet Governance, un organo poliedrico che ha come scopo quello di creare politiche e regole globali e locali. Infatti esistono delle regole che vengono applicate a livello mondiale e altre che invece variano di nazione in nazione.

Nonostante non ci sia un vero e proprio organo al potere, esistono comunque delle organizzazioni no-profit che si occupano di gestire il web e le interconnessioni dal lato tecnico.

Tra queste troviamo l’ICANN, ovvero l’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, che si occupa principalmente di far sì che i numerosi parametri utilizzati su Internet (domini, indirizzi IP e molto altro) siano coerenti tra di loro e non creino contrasti.

Ma non è sempre stato così.

 

Il controllo degli Stati Uniti

Oltre a chiederci chi controlla Internet, dovremmo chiederci anche chi controllava Internet. Infatti il primo organo di controllo, che poi nel tempo si è fuso e trasformato nell’ICANN, era nato negli Stati Uniti con lo scopo di sviluppare e promuovere questa tecnologia.

Era il 1979 quando fu fondato l’Internet Configuration Control Board dalla DARPA (ovvero la sezione del Dipartimento della Difesa degli USA dedicato alla ricerca) e nel corso degli anni ha subito diverse trasformazioni.

Nel 1984 diventa IAB (Internet Advisory Board) e solo due anni dopo si trasforma ulteriormente in Internet Activities Board.

Il tutto confluì nell’ICANN nel 1998: all’epoca si trattava di una società privata con un contratto diretto con gli Stati Uniti, ma questo cambiò rapidamente nel 2003, al World Summit of the Information Society a Ginevra, dove venne manifestato un disagio all’idea che Internet fosse sotto il controllo diretto degli USA anche se ci vollero diversi anni prima che gli Stati Uniti facessero un passo indietro.

Nonostante le cose siano cambiate da allora, continua ad essere avvertita una certa discrepanza tra l’importanza data all’occidente a discapito dell’oriente. Questa viene definita la „Western dominance“, aspetto che continua a essere oggetto di discussione nel mondo come riportava Alice Munyua nel 2012, ricercatrice ed esperta, nel desiderio di tutelare paesi come il Kenya e l’Africa in generale.

È realistico pensare che i conflitti su Internet difficilmente finiranno: si tratta di uno strumento troppo potente e molte persone cercheranno di trarre dei benefici. Anche realtà enormi come Google hanno rischiato in passato delle accuse dall’anti-trust per il funzionamento del proprio motore di ricerca.

Fortunatamente questi conflitti vengono risolti grazie proprio alle regolazioni globali e locali, sebbene talvolta non siano perfette.

L’argomento è molto più complesso e noi abbiamo cercato di semplificarlo per darvi un’infarinatura.

 

Il controllo degli stati asiatici e africani

Nonostante tra le regole di chi controlla internet davvero (ovvero tutti i partecipanti di cui abbiamo parlato fino a questo momento) ci sia la libera circolazione delle notizie e dei media per permettere una libertà di pensiero in tutto il mondo, questo non viene sempre applicato.

Utilizzando un sistema di localizzazione delle informazioni, alcuni governi asiatici e africani limitano la libertà dei propri utenti su Internet, proibendo loro di vedere determinate notizie, di accedere a determinati siti e di tracciare le informazioni scambiate.

Naturalmente questo è un argomento di forte discussione, tanto che nel 2014, in occasione dell’incontro NETmundial in Brasile, è stata stabilita l’importanza di diritti universali legati a Internet.

Sebbene la fruizione di questo strumento in alcuni paesi sia quindi molto limitata, la speranza è che in futuro anche queste barriere vengano meno, così da poter rispondere alla domanda: “Chi controlla Internet?” con “Nessuno”.

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