Cosa possono dirci le statistiche dell’umanità? Scopriamo qual è la situazione attuale della Terra guardando le sue cifre più importanti.
In uno degli ultimi approfondimenti che abbiamo offerto sul nostro blog, abbiamo parlato delle ricerche maggiori effettuate su Google nei vari paesi, come fotografia di un particolare periodo storico. Prima ancora abbiamo visto le statistiche della diffusione di Internet nel mondo e di come questa tecnologia sia tutt’altro che universale.
Le statistiche ci permettono di ampliare la nostra visione, così da non basare il nostro punto di vista semplicemente sulla realtà che ci circonda ma riuscire ad avere un quadro generale il più realistico possibile.
Ecco perché oggi daremo un’occhiata a WorldOMeters e ai numeri che offre.
I numeri del mondo
Nell’aprire WOM, le prime statistiche che ci vengono fornite sono quelle relative al numero di esseri umani sul nostro pianeta. È conoscenza comune, infatti, che la popolazione mondiale sia di sette miliardi ma questo numero circola da un po’ di tempo a questa parte.
Infatti siamo più vicini agli otto miliardi che ai sette: al momento della stesura di questo articolo vivono 7’884’779’660 persone, ma già nella scrittura di questa frase è diventato un valore obsoleto. Con circa 180 nascite al minuto, è difficile stare dietro alla crescita della popolazione mondiale.
Chiaramente per capire quando arriveremo a otto miliardi è necessario tenere di conto delle morti, ma anche così facendo le persone aumentano a un ritmo di quasi 100 milioni l’anno. Quindi il 2023 potrebbe essere l’anno che stiamo cercando.
Sappiamo che questa crescita avviene in particolare nei paesi africani e asiatici e questa ha sicuramente un impatto sulle risorse del pianeta. Già in termini di costi, sappiamo che ogni giorno vengono spesi circa 6 miliardi di dollari l’anno solo nella sanità pubblica. Un po’ meno, circa il 60%, viene speso per l’educazione e metà di questa cifra per la militarizzazione dei vari paesi.
Le risorse, che non sono necessariamente espresse in dollari, sono sempre meno. Quest’anno abbiamo perso più di 3 milioni di ettari di foreste. Considerato che in ogni ettaro possono essere presenti più di duemila alberi, in un anno abbiamo perso circa 6 miliardi di alberi.
Una cifra che fa impallidire i venti milioni di alberi piantati da Mr Beast, nella sua iniziativa su YouTube.
La terra ci sta scomparendo sotto i piedi con 4 milioni di acri erosi quest’anno e non possiamo muoverci verso l’alto perché l’aria è intrisa dei venti miliardi di tonnellate di anidride carbonica che abbiamo emesso negli ultimi sei mesi.
Ci dispiacciamo per le 800 milioni di persone che soffrono la fame nel mondo, ricordandoci di loro solo quando i nostri figli non vogliono finire le proprie verdure, ma queste sono ben bilanciate dal miliardo e settecento milioni di persone in sovrappeso che spostano l’ago della bilancia.
Curiosamente il numero di persone che soffrono di obesità è molto simile a quello delle persone che soffrono la fame e mentre 13mila persone sono morte di fame oggi (e la giornata è ancora lunga), negli Stati Uniti vengono spesi ogni giorno circa 400 milioni di dollari per malattie legate all’obesità.
Ma lo scopo di questo articolo non è quello di essere passivo aggressivo nei confronti della disparità della vita umana. Per questo possiamo distrarci leggendo uno dei due milioni di nuovi libri pubblicati quest’anno o rispondendo a uno dei 370 milioni di tweet inviati nelle ultime ore.
Certo, potremmo chiederci come alimentiamo tutta questa tecnologia. Usiamo le 200 milioni di MWh, 180 milioni dei quali ricavati da fonti non rinnovabili e solo 31 milioni di fonti rinnovabili. Il che sorprende, visto, che ammonta a più di mille miliardi di MWh, l’energia solare che colpisce la Terra ogni giorno.
Tra 42 anni sarà finito il petrolio, ma perché preoccuparsi del futuro quando viviamo in un presente in cui vengono fumate 7 milioni di sigarette in poche ore, nonostante i 5 milioni di morti di cancro quest’anno.
Lo scopo di questo articolo è di fungere da monito: possiamo fingere di non vedere l’ipocrisia e le problematiche dell’umanità, ma i numeri non mentono. E ognuno deve fare la propria parte affinché queste statistiche non continuino a peggiorare.