Cosa ha inventato Marconi?

Cosa ha inventato Marconi?

Cosa ha inventato Marconi? Perché il suo nome è stato assegnato a così tanti edifici pubblici e vie? Scopriamolo insieme!

Abbiamo parlato di Leonardo da Vinci e abbiamo parlato di Galileo Galilei negli scorsi articoli: oggi, nel nostro viaggio alla scoperta dei più grandi uomini di scienza del passato, parliamo di Guglielmo Marconi.

Marconi, nato a Bologna nel 1874 e morto a Roma nel 1937, è infatti tra i nomi conosciuti nella storia del progresso umano e mentre la sua produzione tecnologica è meno variegata rispetto a quella di Leonardo, sicuramente merita un nostro approfondimento.

Cosa ha invento Marconi, ci chiediamo quindi, e come è arrivato a questa scoperta?

 

Guglielmo Marconi e la sua innata curiosità

 

 

Nel nostro viaggio alla scoperta di cosa ha inventato Marconi, sarebbe sicuramente riduttivo rispondere con un laconico: “la radio”.

Stiamo infatti parlando di un grande uomo di scienza che è stato premiato nel 1909 con il premio Nobel per la fisica, per questo è necessario muoverci in pieno rispetto e a piccoli passi.

Vale la pena quindi di conoscere il percorso compiuto da questo grande uomo, pieno di inventiva e curiosità, e che potrebbe fornire ispirazione in questi tempi bui.

Stiamo parlando infatti di un uomo che cominciò ad interessarsi alla scienza, e in particolar modo all’elettricità, sin dalla tenera età. In un’intervista rilasciata allo Strand Magazine nel 1897, Marconi rivela di essersi interessato all’elettrotecnica da quando aveva undici anni, definendosi “un appassionato studente dilettante di elettricità”.

Questo interesse nasce frequentando l’Istituto Nazionale Di Livorno, ma viene alimentato grazie all’aiuto di una persona: Vincenzo Rosa.

In una storia che ricorda molto il film Will Hunting, il professore di Fisica Vincenzo permise infatti al giovane ragazzo di attingere al laboratorio di fisica anche se esso non studiava nella suddetta scuola.

Qui il ragazzo imparerà da autodidatta a conoscere i circuiti e a valutare le loro caratteristiche. Come se il suo destino fosse già stato scritto, qui Marconi fece la conoscenza del Coherer, un rivelatore di onde magnetiche molto utilizzato dagli studiosi dell’epoca.

Questo strumento, con cui Marconi sperimentò molto in laboratorio, si rivelerà di fondamentale importanza nella vita del ragazzo.  

Questo crescente interesse per la scienza e l’elettrotecnica arriva anche in casa, quando Marconi allestì nella sua dimora paterna un piccolo laboratorio.

Qui poté dedicarsi ancora di più agli esperimenti, e spronato da un concorso internazionale, bandito dalla rivista “L’Elettricità”, provò a realizzare un nuovo tipo di pila elettrica, basata sul principio della trasformazione di calore in elettricità.

Il giovane Guglielmo, che all’epoca aveva solamente 18 anni, abbandonò quasi subito gli studi sulle pile, concentrandosi interamente sulle onde elettromagnetiche.

Due anni dopo riuscì a unire tutti gli interessi che avevano caratterizzato la sua gioventù, creando un’invenzione atta alla rivelazione di fulmini. Niente di divino e ben lontano dalla rudimentale apparecchiatura creata dal dottor Emmett Brown in Ritorno al Futuro, il giovane Marconi riuscì nel suo tentativo integrando le tecnologiche su cui aveva lavorato fono a quel momento.

Utilizzando un impulso creato da lui stesso con un tasto telegrafico, riuscì a far suonare il campanello del rivelatore di fulmini, che era posto a una discreta distanza.

Probabilmente possiamo posizionare qui la nascita dell’interesse di Marconi nel creare una tecnologia senza fili, ma la strada verso le radiocomunicazioni è ancora lunga.

Con il boom degli studi europei nel campo delle onde elettromagnetiche, nel 1984 anche Marconi comincia ad effettuare i suoi primi esperimenti.

Quando nel 1886 Heinrich Rudolf Hertz riesce a rivelare le onde elettromagnetiche, andando a confermare le già esistenti teorie sull’elettromagnetica sviluppate da James Clerk Maxwell, Marconi comincia a riflettere su come potrebbe rendere obsoleti i fili dei telegrafi, impiegando le onde elettromagnetiche per mandare segnali sulla lunga distanza. 

 

Cosa ha inventato Marconi?

 

Cosa ha inventato Marconi?

 

Guglielmo Marconi, nel 1895, riesce finalmente a compiere il primo esperimento di telegrafia senza fili. Acquistando i componenti per costruire un trasmettitore e un ricevitore, con l’aiuto del fratello riuscì ad accertare il trasferimento di segnali Morse a oltre 2km di distanza.

Riprendendo quello strumento che tanto aveva usato in gioventù, ovvero il coherer, perfezionandolo e unendolo a un’antenna, riuscì ad aumentare di molto la sensibilità del dispositivo.

Quando la sua famiglia si trasferisce a Londra, Marconi può approfittare dell’interesse che la città ha nel potenziamento delle reti di comunicazione per presentare il suo progetto a imprenditori e politici.

Dopo aver collaborato con giornalisti e strutture pubbliche, Marconi ottiene il suo primo brevetto, e nel 1897, solo due anni dopo il suo arrivo nella capitale inglese, fonda la Wireless Telegraph Trading Signal Company. 

La portata della Radio e la fama di Marconi crescono a dismisura. Lo strumento comincia ad essere utilizzato per effettuare trasmissioni senza fili sul mare, rendendo possibili richieste di salvataggio e trasmissioni tra navi e porti (come successo con la Regina Vittoria, che chiese a Marconi di stabilire un ponte radio tra la sua residenza estiva e lo yatch reale).

Poi, nel 1901, avviene ciò che un tempo sarebbe stato ritenuto impensabile. Sfatando tutti i dubbi degli scettici, i quali temevano che la curvatura della terra avrebbe impedito alle onde radio di propagarsi, Marconi riesce a stabilire la prima trasmissione transatlantica, coprendo con la sua radio una distanza di oltre 3000 km.

Nel 1908 questo esperimento si trasforma in un successo storico. Marconi riesce a trasformare un singolo successo in qualcosa di più costante e duraturo: una comunicazione continua tra una sponda e l’altra dell’Oceano Atlantico. Questo permise di applicare i servizi radio-marittimi su larghissima scala. Ma il vero successo arriva nel 1909. Cosa ha inventato Marconi ha di fatto reso possibile il salvataggio di ben 1700 passeggeri, che viaggiavano a bordo di un transatlantico.

Finalmente per Marconi arrivò il Premio Nobel per la fisica, sebbene questo sia stato condiviso con un altro uomo di scienza. Parliamo infatti del tedesco Karl Ferdinand Braun.

Conclusione

Questa era la storia di Guglielmo Marconi. Conoscerla secondo noi non è solamente necessario come segno di rispetto nei confronti di un grande uomo, la cui invenzione ha salvato e cambiato drasticamente innumerevoli vite. Questa storia deve servirci, specialmente in periodi bui come quello che stiamo vivendo, a spronarci e a ricordarci di non sottovalutare la nostra curiosità e la nostra inventiva, che spesso si sono rivelate essere le più grandi doti di noi umani.

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