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Spazio o oceani? Il futuro dell’esplorazione

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Spazio od oceani? In quale luogo si trova il futuro dell’esplorazione umana? E quali sono i limiti che non possiamo superare?

Avrai sicuramente sentito la frase, la quale viene ripetuta come un mantra online, che dice: “Sono nato troppo tardi per esplorare la Terra e troppo presto per esplorare lo spazio”.

Quello che fa questa frase è darci due informazioni, una corretta e una parzialmente tale: da una parte sottolinea i limiti ancora insormontabili dell’esplorazione spaziale (di cui parleremo a breve), dall’altra sotto-intende che la Terra sia stata completamente esplorata, che si sia scoperto ogni anfratto del nostro pianeta.

Sebbene sia vero che, anche grazie alla presenza dei satelliti, oggi si ha traccia di tutte le terre emerse sul pianeta, esistono ancora luoghi che non sono stati esplorati. Parliamo chiaramente degli oceani, i quali presentano dei limiti tutti loro alla curiosità umana.

Scopriamo quindi qual è la situazione attuale in queste due branche dell’esplorazione.

 

Una breve storia dell’esplorazione spaziale

 

Chi è stato il primo uomo sulla Luna?

 

È facile perdere d’occhio i progressi e le grandi conquiste che sono state effettuate dai pionieri spaziali, per questo rivediamo velocemente alcuni eventi di particolare importanza per la storia umana.

Il 12 aprile del 1961, Yuri Gagarin è il primo uomo a viaggiare nello spazio. Ai tempi la corsa al cosmo rappresentava uno dei volti della guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica e fu quest’ultima ad aggiudicarsi la prima vittoria conquistando per prima lo spazio.

Ci vollero altri quattro anni prima che gli americani potessero replicare, con la prima camminata nello spazio di Ed White, nel 1965.

Il 20 luglio del 1969, come abbiamo visto in un precedente articolo, arriva il primo allunaggio con Neil Armstrong e Buzz Aldrin che mettono piede sulla Luna.

Con il tempo, la guerra fredda si “riscaldò”, arrivando alla collaborazione tra la realtà russa e quella americana. Nel 1995, infatti, lo US Space Shuttle Atlantis attraccò alla stazione spaziale Mir della Russia. E da allora abbiamo continuato a superare limiti e ad avventurarci sempre più in là nello spazio.

Un percorso che è stato costoso sia in termini economici che di vite: non dimentichiamo il terribile disastro che colpì lo shuttle Challenger nel 1986, causando un’esplosione che costò le 7 vite dell’equipaggio in diretta televisiva.

Gli impatti che l’esplorazione spaziale ha avuto sulla nostra vita sono immensi, sebbene talvolta alcune persone la considerino un lusso che non possiamo permetterci: basta considerare l’uso che viene fatto dei satelliti nella nostra vita di tutti i giorni.

Purtroppo, l’illusione che le conquiste ci hanno dato del poter fare qualsiasi cosa è presto svanita: condizioni inadatte alla presenza umana e viaggi troppo lunghi per la nostra attuale tecnologia non hanno permesso all’uomo di arrivare su nessun altro pianeta. Anche su Marte, verso il quale è rivolta l’attenzione, per il momento sono arrivati solo robot.

 

 

 

I misteri del mare

 

Ma per scoprire qualcosa di nuovo, forse lo spazio non è la sola frontiera verso cui possiamo muoverci: nonostante la sua importanza per la vita sulla Terra, ti potrebbe sorprendere scoprire che abbiamo esplorato meno del 20% dell’Oceano (secondo alcuni enti addirittura si parlerebbe dell’1% dei fondali marini.

La restante parte non solo non è mai stata mappata o esplorata, ma in molti casi neanche vista perché la nostra tecnologia non ci permette al momento di farlo.

Il grande ostacolo in questo caso è la pressione: più scendiamo nelle profondità marine, più questa si fa forte, schiacciando noi e i nostri strumenti.

Per questo motivo spesso si è utilizzato dei sonar per avere un’idea di cosa si trovi sotto di noi, ma chiaramente non è un sistema preciso come l’esplorazione vera e propria.

Cosa ci aspetta nelle profondità marine? Quali animali vivono nell’oscurità perenne (perché la luce non riesce a superare una certa profondità) e che impatto potrebbero avere sulla nostra vita?

Curiosamente ciò che è sotto di noi e ciò che si trova sopra sono difficili da raggiungere per lo stesso motivo: la nostra tecnologia non è al passo con la nostra voglia di scoprire, chissà cosa ci aspetterà quando non sarà più così.

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